Oggi al TG mi dicono che è morto Tiziano Terzani.
Ci son rimasto di merda, benché lo conoscessi solo per quello che scrisse.
Anni fa un mio amico (grazie Mauro!) mi regalò per il mio compleanno In Asia di Terzani. Con mia immensa colpa debbo dire che il libro in questione rimase un anno e mezzo nella mia pila dei libri da leggere fino a quando non me lo portai in Thailandia per il viaggio di laurea della mia compagna.
Là mi innamorai di quello che Terzani scriveva, di come poteva un uomo, che era corrispondente di guerra, vedere il mondo come realmente è: un insieme di meraviglie che cercano solo la serenità negli occhi di chi guarda per poter essere apprezzate come meritano.
L’ho poi letto in altri suoi libri, da Un indovino mi disse a Buonanotte Signor Lenin fino a Lettere contro la guerra.
In questo ultimo libro ho sentito la contrapposizione di lui, toscano e fiorentino, ad un’altra toscana e fiorentina che, ora che non ha più estrogeni per andare avanti o che gli stessi, peggio, non interessano più a nessuno, non riesce a fare di meglio che incitare all’odio dal suo palazzone lì in mezzo ai nuovi barbari di questo millennio che, sinceramente, poteva iniziare meglio.
Dicevo, lui le dice di non rivolgersi verso l’odio, di non incitare alla separazione, e soprattuto le dice che “Per difendersi, Oriana, non c’è bisogno di offendere (penso ai tuoi sputi ed ai tuoi calci)” e termina la “lettera da Firenze” con “Ti saluto, Oriana e ti auguro di tutto cuore di trovare pace. Perché se quella non è dentro di noi non sarà mai da nessuna parte.”
In questo libro ho sentito pure il suo dolore per quello che sta diventando l’umanità; ed era un dolore profondo.
La versione in inglese, visto che il libro è stato censurato in qualche paese a caso, e’ liberamente scaricabile: la potete trovare qui.
Mi mancherà parecchio Terzani, mi mancherà perché se una persona che vuol farti vedere il mondo per quella bellissima cosa che è se ne va, tutti noi ne siamo impoveriti.
Oggi mi sento un po’ più povero.
E lo è pure quella donnicciola di Manhattan. Ma ciò non mi consola.