novantotto

I quattro chili presi in SardegnaIo lo sapevo! Lo sapevo!
La mia ultima pesata risale al 30 luglio e da allora, complice la bici che si antagognava (©2007 Daxeel) alle noccioline mangiate davanti alla TV, ero rimasto pressoché stabile.
Fino ad oggi.
Oggi, tornato dalla vacanza delle due suocere™ visto che erano presenti sia mia suocera che quella di Serena (sua madre e mia madre), ho deciso che dovevo, anche solo per rendere il tutto ai posteri, pesarmi.
Toltami finanche la maglietta della salute salgo sulla bilancia:

NOVANTOTTO chili.
QUATTRO chili in più!

Quelli che vedete sulla mia bandiera della Sardegna.
Continuando sul descrittivo sempre per i posteri: si è iniziato a mangiare subito appena arrivati.

  • domenica 16/09 siamo arrivati intorno alle 23.00: linguine ai frutti di mare;
  • lunedì 17/09 cena: linguine al nero di seppia;
  • martedì 18/09 cena: sauté di cozze;
  • mercoledì 19/09 cena: un pesce (per me sconosciuto) di lunghezza intorno ai 50 cm fatto al forno con le olive;
  • giovedì 20/09 cena: astice;
  • venerdì 21/09 cena: maialino (da 6 kg!) arrosto alla sarda con le foglie di mirto;
  • sabato 22/09 cena: aragosta e insalata di pesce;

Sulla tavola si intravedevano quantità immani di pane guttiau e carasau, pasta dura e schiacciatine sarde che, a fine pasto, si ritrovavano orrendamente decimate.
Si pasteggiava tranquillamente con vermentino di sardegna bianco e cannonau di sardegna rosso e si chiudeva la cena con abbondante mirto (del contadino) e fil’e ferru (sempre del contadino).
E, sopra tutto, mia suocera cucina da dio.

Quindi non chiedetevi per chi suona(va) la campana della cena. Essa suona(va) per me.

N.B. La mia fantastica suocera di fatto mi piglia pure in giro qui e qui.

2 pensieri riguardo “novantotto”

  1. E adesso pedala, golosone, pedala !!!

    Scherzi a parte hai appena rischiato di perdere la tua cuoca sarda preferita.

    Con il capo cosparso di cenere, pure io avevo deciso di riprendermi dalle mangiate pantagrueliche, quindi solo uva a pranzo.

    Piattino a ridosso della tastiera, giochino pronto sul monitor e via il primo chicco, solo che il bastardissimo mi ha sparato il suo succo direttamente nei polmoni!

    Il micio mi guardava stralunato mentre tossivo e rantolavo, ci ho messo una vita a tornare alla normalità.

    L’uva ora giace nella pattumiera ed è stata sostituita da pane e salsiccia sarda piccante.

  2. Devi necessariamente lasciare ai posteri le tue ricette.
    Non devi permettere che, siccome il gatto non eccelle nella pratica di rianimazione da chicco d’uva, cotanto scibile vada perso.

    Metti tutto in una scatola metallica e sotterralo in giardino.

    Lo scibile. Non il gatto.

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