Ci siamo trasferiti a casa nuova il giorno dell’inizio di queste olimpiadi che a me son piaciute parecchio anche se la TV olimpica mi ha fatto vedere solo gli sport dove c’erano gli italiani.
Ho delle considerazioni da fare, così, per finire (mettetevi la cintura):
- Mi piacerebbe che lo sport sia sport e non sempre tifo. Nel senso che io potrei, lo giuro si può, anche godere nel vedere una prestazione atletica di qualcuno di un’altra nazione. No, dico. E non deve necessariamente vincere la mia nazione, possono vincere pure gli altri e magari mi fanno divertire.
- Io le olimpiadi me le vorrei godere senza incazzarmi. Eviterei di sentire che a quello non va bene questo e in tibet stanno male e allora io vado lì e mi faccio arrestare perché io vengo da un paese libero che mica ha Guantanamo. Siete ridicoli, è facile fare i fichi col culo dei tibetani che poi a voi vi rimpatriano.
Anzi, se proprio volete dimostrare per i diritti umani e magari anche farvi bastonare, vi pregherei di venire in Italia che di umano le rimane poco. E pure di diritti.
Potete anche andare in Afghanistan o in Iraq. A scelta. No, neppure lì c’è Guantanamo. - Il calcio ha veramente rotto il cazzo. Il calcio è dappertutto, spesso ho paura di aprire il frigorifero. Ma non lo capiscono? No? Bene, ve lo dico io. È indifendibile.
Un giorno scorrendo i titoli di Repubblica.it leggo: Un’Italia irritante e confusa si fa cacciare dai Giochi. Ingenuamente ho subito pensato che TUTTA la rappresentanza olimpica, per qualche motivo, si fosse fatta espellere. (Magari per ascoltare qualche nostro coraggiosissimo politico che diceva di protestare. Ma protesta tu che sei politico, no? Che ti pago a fare?).
Sbagliato, la squadra di calcio aveva fatto la solita figura di merda. - La Vezzali. La Vezzali è l’italiana media. Mitica. Dopo aver vinto ci ha regalato delle perle di saggezza inarrivabili persino dalla termite nana della Kamchatka. Una serie di banalità che rappresentano davvero i cervelli dai quali mi sento circondato. Ah, mi raccomando, non fatele pagare le tasse che i soldi le servono per il peyote. Ci ha finalmente aperto gli occhi: Ramazzotti è Dio. Si, Lui. (E stranamente non perché stava con la Hunziker che mi è sempre parso un buon motivo)
- Insopportabile il piagnisteo televisivo quando un italiano perde una medaglia datagli anzitempo dal commentatore. Vergognose le scuse trovate, scomodando eclissi di sole totali, allergie al riso bollito e cornetti rossi malfunzionanti. Piuttosto che farmi scusare da quei cosi io mi farei frustare sulla pubblica piazza.
Cervelli rubati alle miniere di carbone. - Non potendo sopportare di essere lasciato in disparte il calcio è ripreso subito subito. Magari temevano una disaffezione in massa.
- Ho avuto al conferma che siamo una nazione piagnucolosa e insopportabile. gli italiani quando stanno perdendo si impegnano, quando vincono fanno melina e poi vengono tranquillamente annichiliti. Belle merde. Hanno comunque sempre qualcuno da cui andare a piangere. L’autocommiserazione non si nega neppure ad un italiano.
- Yuri Chechi becca tutti i congiuntivi.
Ho pure finito di montare i mobili. Incredibile eh?
Durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi.
Me la son persa ché guardavo le viti.
“It’s a bad life, the screwdriver said” :)
Grande Dacchese!
Io delle Olimpiadi, come puoi immaginare, non ho seguito praticamente un uccellino (un cazzo, insomma). Godo nel leggere che ho evitato le solite incazzature.
Anche io, come te, non ne posso più del calcio. Riesce ad arrivare anche a me che lo evito, pensa.
Ma le olimpiadi erano belle. Era il contorno che non si sopportava.
Capita la citazione italangla in fondo? :D
Ueila ciao! Ma mi son perso: cos’ha detto la Vezzali? Io a proposito di scherma vorrei un’opinione sulla mia spada da parte della Granbassi! Yum yum!