Solo per fare dispetto al Kappa la giuria del premio Strega ha deciso di dare la vittoria a Tiziano Scarpa (che personalmente non conosco come scrittore).
La trama pare avvincente come uno dei migliori Eco:
“Stabat Mater” è una lunga lettera alla madre di una sedicenne, Cecilia, abbandonata nell’Ospedale della Pietà di Venezia da bambina, dove ha imparato a suonare il violino senza passione, in chiesa, dietro una grata che protegge le giovani dagli sguardi dei fedeli. La musica per lei è una sorta di rito abitudinario, finchè arriva un giovane insegnante di violino e compositore, un prete dai capelli rossi e il naso grosso, Antonio Vivaldi.
E’ lui a portare un po’ di luce a Cecilia, che scioglie il proprio profondo dolore nella scrittura che pratica di nascosto, la notte, cercando di capire cosa sia una madre, che non ha mai avuto. Scrive una lettera senza un vero destinatario, un monologare, più che un dialogo, che resta sempre sospeso, che non ha possibili risposte.
Anche se parecchi su IBS sono d’accordo con lui.
A me piace molto questo commento:
Questo raccontino “accademico” di TS. è la dimostrazione che molti scrittori (ormai con un nome) producono cose, ricercano una scrittura abbastanza furba, tirano fuori qualche vecchia leggenda, mettono un nome importante “vivaldi”. e in quattro e quattro otto, il ROMANZO/raccontino nero è fatto. E io lo ho comprato, l’ho letto malvolentieri eppure ci ho impiegato mezzo pomeriggio. La letteratura italiana continua su questa strada truffaldina (case editrici e critica d’accordo) con alcune eccezioni, così come nel cinema, del resto, si salva perchè in questo Paese non si legge, non si pensa molto, non si usa fare confronti. tutti contenti di un’autarchia stanca, furba e noiosa.
Kappa, a parte i meriti o demeriti, potresti gentilmente parlare di me come uno sfortunato al superenalotto?
Si sarà abituato così tifando Inter per anni.
Ah, il Kappa segue lo sport nazionale maximo?
(Devo confessare però che pure io, a 8 anni, tifavo Inter)