L’essere progressisti

Si andava a scuola (tanti anni fa) e ti spiegavano che non bisognava opporsi al progresso, che c’erano cose che andavano fatte e cose da pensare perché qui sulla terra siamo tutti uguali.
Quindi uno cresce e si definisce progressista, uno che vede lontano, uno che pensa che le donne siano (e debbano essere) in posizioni paritetiche e che bisogna con loro (con)dividere sia le gioie che i dolori.
Fin qui tutto bene, si conoscono un po’ di donne e con loro si fa un piu’ o meno piccolo percorso nella propria vita, poi se ne sceglie una (la migliore?) e con questa si decide che forse forse sarebbe piacevole convivere.

Fino ad oggi.

Oggi, è un mese che stiamo convivendo, ho odiato i miei insegnanti, tutti i libri che ho letto, tutte le esperienze che mi hanno fatto diventare quello che sono.

Oggi con la spugnetta ed il detersivo al cloro ho pulito il mio (primo) cesso!